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GL'INNAMORATI 69


voglio essere amata, e chi mi ama ha da scordarsi d’ogni altro affetto. Ma è impossibile, mi dirà taluno, trovar un uomo come tu vorresti. Bene, se non c’è, non m’importa. Andrò in un ritiro; andrò lontana dal mondo. Già il signor Fulgenzio è annoiato di me, ed ha ragione di esserlo, perchè sono assai delicata. Si è pacificato più volte; si è umiliato; mi ha domandato perdono, non vorrà più farlo, ed io non voglio esser la prima. È meglio così. Ho risolto1; voglio andarmi a chiudere in un ritiro. Sarà contento; non mi vedrà più. Avrà finito di essere tormentato. Servirà la cognata; troverà un’altra amante; si mariterà. (a poco a poco si dispone a piangere)

SCENA IV.

Flamminia e la suddetta.

Flamminia. Che fate qui da voi sola?

Eugenia. Niente. (nascondendo le lagrime)

Flamminia. Eh via, finiamola.

Eugenia. Lasciatemi stare. (come sopra)

Flamminia. Pare lo facciate apposta, perchè il signor Fulgenzio si stanchi, e vi perda l’amore.

Eugenia. Che importa a me del suo amore?

Flamminia. Eh via. Si sa che vi preme.

Eugenia. No davvero, non ci penso più.

Flamminia. È quella maledetta bile, che vi fa parlare così.

Eugenia. Aspettate domani, e vedrete se è bile, o cos’è.

Flamminia. E che cosa volete fare domani?

Eugenia. Voglio ritirarmi dal mondo.

Flamminia. Sì, sì, dormiteci sopra, e non sarà altro.

Eugenia. Sorella, voi ancora non mi conoscete.

Flamminia. Vi conosco pur troppo. (un poco alterata)

Eugenia. Sono irragionevole, è vero? (sdegnata)

Flamminia. Avete delle ore buone, ma altresì delle ore molto cattive.

  1. Ed. Zatta: È meglio così, ho risoluto ecc.