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sue traduzioni goldoniane (Mathar, 181). Finalmente di nuovo nel 1793 la voltò dall’italiano, oppur la ridusse, un cognato del Goethe, il Vulpius, e fu recitata nel teatro di Weimar. In questa occasione il più grande poeta della Germania scrisse un prologo che riferiamo tradotto da Edgardo Maddalena (Figurine gold. cit., p. 4, n. 3):

«Con lieto cuore vi do ora il saluto mancato in principio. Me n’offre occasione la commedia ch’oggi si recita. Udrete bensì poco assai di politica, né apprenderete perchè gli uomini facciano le guerre e quale sia il fine ultimo d’ogni battaglia. In compenso vi sarà risparmiata la vista atroce delle spade che uccidono, del fuoco distruttore delle città, nè vedrete calpestare il raccolto non ancor maturo nello scompiglio della mischia. Vedrete quanto frivoli sensi regnino proprio nel campo dove da ogni parte minaccian pericoli e come audacia e imprudenza possano in brev’ora menar alla gloria. Amore, anche di ciò avrete prova, sa insinuarsi nelle tende come nelle case e degli aspri rumori del combattimento si compiace quanto del suono d’un flauto. Anche là l’interesse che tutto corrompe non cerca che se stesso e il proprio utile. Noi desideriamo dunque che questo debole quadro vi diverta un po’ e vi faccia sentir il bene della quiete che noi qui godiamo lontani da ogni miseria»

Per non allungarmi troppo, accenno appena all’opera comica in tre atti (Der Krieg) che il Ramler e il Weisse ricavarono nel 1772 dal Goldoni: opera fortunata, se nel ’73 potè contare ben tre edizioni, e un’altra l’anno dopo (E. Maddalena, Libretti del G. e d’altri, Torino, 1900, pp. 5-6, estr. dalla Rivista musicale ital.; e, più a lungo, il prezioso libro del Mathar, pp. 110-4, 123, 206-7). Ricordiamo poi che la Guerra usci a Lipsia, nel testo italiano, nel t. IV di quella infelice Scelta delle commedie del G. per cura di I. G. Fraporta, che pur vantò più edizioni nel Settecento.

Il marchese Frane. Albergati Vezza di Bologna, a cui è dedicata la commedia, non si deve confondere col cugino omonimo Franc. Albergati Capacelli (v. note storiche della Serva amorosa, e del Cavaliere di spirito, voll. VIII e XIV): ma senza dubbio l’affetto e la riconoscenza verso il fedele protettore e amico di Zola Pedrosa, più che non la speranza di trovare un’occupazione in America al proprio nipote (v. epistolario gold.), ispirò al Goldoni la lunga lettera di dedica, ove si rivendicano i meriti militari del cavaliere bolognese nella campagna del Canada.

G. O.


La Guerra usci la prima volta a Venezia nel 1764, ne! t. VI dell' ed. Pasquali e l’anno slesso a Bologna (a S. Tomaso d’Aquino). Fu ristampata ancora a Venezia (Savioli e Pitteri XI, 1774; Zatta cl. 1, X, 1789; Garbo X, 1796) a Torino (Guibert-Orgeas VI, 1773) a Livorno (Masi V, 1788) a Lucca (Bonsignori VI, 1788) e forse altrove nel Settecento. — Nella presente edizione si seguì il testo del Pasquali e dello Zatta approvato dall’autore. Valgono le solite avvertenze.