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GL'INNAMORATI 37

Eugenia. Mi scappò, non volendo. La riverisco. Che fa? Sta bene?

Fulgenzio. Eh! sto bene io. Ed ella come sta? (intorbidandosi un poco)

Eugenia. Benissimo. Ottimamente.

Fulgenzio. Me ne consolo. È molto allegra questa mattina.

Eugenia. Quando sono in grazia sua, sono sempre allegrissima.

Fulgenzio. (C’è del torbido: non mi vorrei inquietare, ma ho paura non potermi tenere).

Eugenia. Che dice ella di queste belle giornate?

Fulgenzio. Con questo ella, con questo ella mi ha un pochino sturbato, signora mia.

Eugenia. Questa mattina sono stata in complimenti, e mi è restato il lei fra le labbra.

Fulgenzio. In complimenti con chi?

Eugenia. Con certe amiche, che sono venute a favorirmi. Anzi mi hanno detto, che vogliono venir questa sera, per condurmi a spasso con loro.

Fulgenzio. E che cosa avete risposto?

Eugenia. Che ci anderò volentieri.

Fulgenzio. Senza di me?

Eugenia. Sicuro.

Fulgenzio. Mi piace. S’accomodi.

Eugenia. Oh bella! mi avete mai condotta voi una sera a spasso?

Fulgenzio. Non vi ho condotta, perchè non mi avete comandato di farlo.

Eugenia. Eh, dite perchè avete degli altri impegni.

Fulgenzio. Io? che impegni?

Eugenia. Eh via, che serve? Se avete in casa qualche mazzo di carte che vi avanzi, favorite portarmelo, che mi divertirò un poco dopo cena a giocare una partita con mia sorella.

Fulgenzio. Che novità è questa? che discorso è questo? cosa c’è sotto a questo vostro ragionamento?

Eugenia. Niente, signore. Faccio per non andare a letto si presto. Voi avete fretta di partire la sera, e vi compatisco, perchè avete i vostri interessi, avete degli affari importanti, ed io starò a divertirmi con mia sorella, o anderò a spasso colle mie amiche.