Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1913, XVII.djvu/443


LA GUERRA 429

Egidio. Vi presento mia figlia.

Sigismondo. Mi congratulo seco lei di un genitore sì valoroso.

Egidio. E vi presento in essa, quando l’autorità vostra il consenta, la sposa di don Faustino.

Faustino. Signore, spero che mi renderete giustizia, per la parte del mio coraggio e del mio dovere. Una maggior prova ne sia aver intrepido assalite codeste mura, dove chiudevasi l’amor mio: quel cuore medesimo che affrontò coraggioso i perigli di Marte, non ha potuto difendersi dal seduttore Cupido, e se con gloria ho terminato la guerra, spero non poter esser rimproverato, se mi abbandono alla mia passione.

Sigismondo. Sì, gli amori onesti non sono indegni di un eroe militare. La sposa che vi eleggeste, è figlia di un prode guerriero che onora le vostre nozze, ed io volentieri colla mia autorità vi concorro.

Faustino. Grazie alla vostra bontà.

Florida. Ringrazio anch’io l’amorosa condiscendenza di un generale pio, valoroso e cortese. Chiedo perdono al padre d’aver arbitrato senza di lui del mio cuore, e impegno alla loro presenza al mio caro sposo la mano.

Cirillo. Viva l’amore, viva la pace. (saltando)

Faustino. Don Cirillo, siamo amici, o nemici?

Cirillo. Amici, amici; con voi, col Conte, con tutto il mondo: viva la pace, viva l’amore.

Conte. Caro don Faustino, mi rallegro con voi; a quartier d’inverno mi permetterete ch’io sia della vostra partita?

Faustino. Sì, della mia, ma non di quella di mia consorte.

Florida. Nè io voglio più trattar militari.

Aspasia. Donna Florida, mi consolo, saremo amiche.

Faustino. A proposito. Favorite poi di rendermi le cose mie. (ad Aspasia)

Aspasia. Sì, sì, ve le renderò. (Credeva se le fosse dimenticate).

Sigismondo. Andiamo al quartiere. Colà, sposi felici, si concluderanno le vostre nozze.