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LA GUERRA 427

Sigismondo. E di più, vi è una piccola giuntarella.

Polidoro. (Povero me!)

Sigismondo. Dovete render conto della vostra amministrazione; e resterete sotto sequestro, fino a tanto che siano i vostri conti appurati.

Polidoro. (Rimane mortificato, e si ritira un poco.)

Cirillo. Benissimo.

Conte. (Questa volta gli faranno scontar le usure).

SCENA XIV.

Orsolina e detti.

Orsolina. (E bene, signor commissario, che cosa mi dite? Mi confermate quello che mi avete detto?) (piano a Polidoro)

Polidoro. (Sì, vi ho mandato al diavolo, e vi ritorno a mandare).

Orsolina. Parlerò al generale. Signore, sappia che don Polidoro... (a Sigismondo)

Sigismondo. Don Polidoro è licenziato dall’armata, e voi che siete a parte de’ suoi interessi, partirete seco dal campo.

Orsolina. Pazienza. Don Polidoro, sentite? Converrà ch’io torni a fare la lavandaia.

Polidoro. Benissimo; ed io il mulattiere.

Orsolina. Benissimo. (parte)

SCENA XV.

Donna Aspasia e detti.

Aspasia. Ah Eccellenza, mi è stato detto l’accidente di mio padre. Io non dirò, se sia giusta o ingiusta la sua disgrazia; so bene ch’io resto una miserabile, e che non so qual abbia da essere il mio destino. (a Sigismondo)

Sigismondo. So che ci siete, ed ho pensato già a provvedervi. Maritatevi, e dai beni di vostro padre farò io che si estragga la dote.

Polidoro. Ma, signor generale....