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422 | ATTO SECONDO |
Polidoro. Figliuola mia, non vi consiglio di prendere un uffiziale.
Aspasia. E perchè?
Polidoro. Perchè gli uffiziali sono per lo più cadetti delle famiglie: ne hanno pochi da spendere, e sono avvezzi a scialare. Sono poi delicatissimi nel punto d’onore. Lasciano trattare, conversare le loro mogli per paura d’essere criticati di gelosia; ma niente niente che vedano che loro dispiaccia, in una mano la spada, e nell’altra il bastone. La spada per infilzare monsieur; il bastone per complimentare madama.
Aspasia. Oh, madama in quel caso saprebbe rispondere alle galanterie di monsieur. Sono avvezza all’armata, e non mi lascierei soverchiare. Avete capito?
Polidoro. Benissimo.
Aspasia. Il benissimo è così fatto, che io mi vo’ maritare, che mi avete a preparare la dote, e che se mai per avventura, per caso, per accidente, aveste la bontà di dirmi di no, ho dei protettori all’armata, che vi faranno dire di sì. Serva, signor padre. (parte)
Polidoro. La riverisco. Oh, l’ho fatta grossa io a condur costei all’armata. Merito peggio. Ecco la mia cara Orsolina: questa è donna di garbo, brava, economa, industriosa, e le voglio tutto il mio bene.
SCENA VIII.
Orsolina ed il detto.
Orsolina. Ah signor commissario.
Polidoro. Che cosa e’è?
Orsolina. Sono precipitata.
Polidoro. Che cosa è stato?
Orsolina. Dopo che si pubblicò l’armistizio, ho aperto due banche di faraone, ci ho messo sopra tutto quello che aveva, sperando di guadagnare moltissimo, sono venuti a mettere quattro uffiziali, e in un momento hanno sbancato i due tavolini, e sono rimasta senza un quattrino.