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LA GUERRA 419

Aspasia. Col padre?

Faustino. Non lo vedeste il di lei genitore?

Aspasia. Dove?

Faustino. Qui, in questa stanza.

Aspasia. Ditemi, don Faustino, ci sarebbe pericolo che l’amore vi rivoltasse il cervello?

Faustino. Ma dove foste finora?

Aspasia. Sono stata alla bottega di certa Orsolina, a provvedere dei nastri.

Faustino. Non lo sapete dunque quel ch’è accaduto?

Aspasia. Non so nulla; raccontatemi.

Faustino. Venuto è qui, non so come, il padre di donna Florida.

Aspasia. Oh capperi!

Faustino. Ha scoperto gli amori nostri.

Aspasia. Eh! cosa mi dite!

Faustino. Ed ha condotto seco la figlia.

Aspasia. Oh che caso! oh che disgrazia! oh che grand’accidente!

Faustino. Donna Aspasia, non so se mi deridiate.

Aspasia. Non rido, signore; ma in verità non posso poi nemmen piangere.

Faustino. Ah sì, avete l’animo avvezzo alle crudeltà.

Aspasia. Sì, credo di essere più guerriera di voi.

SCENA V.

Il Conte Claudio e detti.

Conte. Povero don Faustino, me ne dispiace. (scherzando)

Aspasia. Lo sapete anche voi? (al Conte)

Conte. Sì, ho veduto passar donna Florida con suo padre, mesta, afflitta, grondante di lagrime, che faceva pietà.

Faustino. Ah, con qual barbara compiacenza venite, o Conte, ad inasprirmi la piaga?

Conte. Capperi! siete cotto davvero.

Aspasia. E cotto, biscotto, arso, inaridito.

Conte. Chi vi ha insegnato a innamorarvi come una bestia?