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410 ATTO SECONDO

Egidio. Grate mi sono, don Sigismondo, le laudi vostre, quantunque io sappia non meritarle; poichè chi serve al suo Principe non fa che il proprio dovere, servendolo con fedeltà e con zelo. Permettetemi però ch’io vi dica, che mal conoscete la piazza cui attaccaste, e che merita da voi maggior stima e miglior concetto. Ella era talmente fortificata, che senza un formale assedio non si poteva sperare di soggiogarla, e i suoi magazzini provveduti di viveri e di monizioni non posero mai in veruna angustia il presidio. Non parlovi del coraggio de’ suoi difensori. Li conoscete per prova, e sapete esser quelli che, disputatovi a palmo a palmo il terreno, soverchiati dal numero, seppero senza disordine ritirarsi, e in quelle mura costretti furono a ricovrarsi. Ditelo voi, valoroso condottiere d’eserciti, qual è a’ dì nostri quella fortezza, che senza un campo volante resister possa più lungamente al tormento della formidabile artiglieria? Non mancò verun di noi al proprio dovere. Ci provaste nelle sortite, intrepidi ci vedeste all’azzardo, disposti a sagrificare la vita per la difesa comune. Vi sortì finalmente lacerare le nostre mura, e aperta e dilatata la breccia, siamo a quel punto in cui qualunque capitano onorato può chieder tregua, e può capitolare la resa. Per me, vi accerto che trovavami assai disposto a continuar la difesa, e la mia spada, unita a quelle de’ miei valorosi compagni, non vi avrebbe lasciato sì di leggieri salir le mura e penetrar nel recinto. Ma dubitai, che fossevi nel presidio chi amasse meglio una cession vantaggiosa, anzi che una pertinace difesa. La mia carica, il mio dovere vuole ch’io possa rendere giusto conto dell’ardire e della prudenza; perciò seguitando le leggi ed il costume degli assediati, esposi candida insegna, vi chiesi triegua, e vi esibisco la resa.

Sigismondo. La triegua vi fu accordata. La resa non si ricusa accettarla. Ma a qual patto intendereste voi d’accordarla?

Egidio. A buoni patti di guerra.

Sigismondo. Tutti i patti non convengono ad ogni piazza.

Egidio. Merita la mia quegli onori che alle frontiere si accordano,