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Trottolo. Non strapazzi, che cospetto di bacco....
Mi parerebbe giusto di bastonare un sacco.
Carluccio. Caro amico, credetemi, non posso più star saldo,
Se reficiar non sentomi con qualcosa di caldo.
Trottolo. Se vuol dell’acqua tepida...
Carluccio. Dell’acqua ad un par mio?
Trottolo. Altro non ho da darle. Se non gli serve, addio. (parte)
Carluccio. Quel stolido di Nibbio dove mai si è cacciato?
Il quartale promessomi ancor non mi ha portato;
E ho dovuto sì presto escir di casa fuori,
Perchè non mi s’affollino d’intorno i creditori.
Così senza far niente, che ho da far qui stamane?
Il mio lacchè non viene colla valigia e il cane.
SCENA II.
Maccario, da viaggio, con un gabbano cattivo.
Son suonate le quindici; non mi par di buon’ora.
Oh ecco qui il soprano!
Carluccio. Schiavo, signor Maccario.
Maccario. Avete ancor veduto il signor impresario?
Carluccio. È fuor di casa.
Maccario. E Nibbio?
Carluccio. Ancor non l’ho veduto.
Maccario. Parmi che pria degli altri dovrebbe esser venuto.
Carluccio. Il quartal ve l’ha dato?
Maccario. Non mi ha dato un quattrino;
Per ritrovarlo in casa m’alzai di buon mattino.
Mi han detto, ch’era uscito che ancor non era chiaro;
E prima di partire bisogno ho di denaro.
Carluccio. Avete qualche debito, non è ver, pover’uomo?
Maccario. Sì signor, qualche debito non guasta il galantuomo.
Carluccio. (Così dico ancor io).