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Piacere agl’Europei vi lusingate invano,

Quando sopra le scene non vedono il soprano.
E cosa necessaria, parlo da uomo onesto,
E il musico più bravo non trovasi di questo.
Alì. Se musico bisogna, musico ti trovar,
Che non abbia per ose femena somigliar.
Nibbio. Quelli che dite voi, si chiamano tenori,
Che soglion far da padri, da re, da imperatori;
Ma per la prima parte, patetica, cantabile,
Un musico soprano fermare è indispensabile.
Alì. Io non voler patetico.
Nibbio.   Ma questo è l’ordinario.
Alì. Voler musica allegra.
Nibbio.   È il sopran necessario.
Alì. Maledetto sopran, ti maledetto ancora!
Nibbio. Lo fermo, o non lo fermo?
Alì.   Sì, fermar tua malora.
(a Nibbio)
Bella mia cantarina, te prego perdonar. (ad Annina)
Tenor, sopran, to diavolo, matto far deventar.
(a Nibbio)
Annina. Che al ne vaga incollera.
Nibbio.   Dunque possiam trattare? (a Carl.)
Carluccio. A un musico mio pari quanto vorreste dare? (ad Alì)
Alì. Va via.
Nibbio.   Mille zecchini non vo’ che li spendiate.
Ma gli ottocento almeno converrà che li diate. (ad Alì)
Carluccio. Ottocento zecchini non è la paga mia. (a Nibbio)
Voglio mille zecchini, ed il quartier. (ad Alì)
Alì.   Va via.
Nibbio. Orsù, la differenza di accomodar prometto.
Cento più, cento meno.
Alì.   Andar via, maledetto, (a Nibbio)
Nibbio. Tornerò con più comodo. La riverisco, e parto.
(parte)