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Io, come si suol dire, all’acqua non mi butto;
Non vo a cercar1 nissuno, vo’ star sul mio decoro.
(Ho buona gamba, e spero giunger prima di loro).
(parte)
Tonina. Sentì, sior Pasqualin. Vel digo francamente.
Andemo o non andemo, o prima donna o gnente.
Ride?
Pasqualino. Di voi non rido.
Tonina. No me stè a scoffonar2.
Pasqualino. Zitto, una gondoletta vo’ mandar a pigliar. (parte)
Tonina. Me vien suso el mio mal, co sento certe cosse...
Sta siora Bolognese, poco la me cognosse!
La crede che mi sia de quelle da dozzena;
No la sa che ho canta a Rimini e a Ravena,
E a Sinigagia, e a Chiozza, e a Rovigo alla fiera;
Povera frasconazza, no son nassua gersera.
Se cantaremo insieme, la farò andar per viole3;
La vôi la prima sera cazzar sotto le tole4.
Se i me sente alle Smirne, quei Turchi i morirà.
Lassè pur far a lori. Alà, calà balà. (parte)
Fine dell’Atto Secondo.