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268 ATTO QUINTO

SCENA VI.

Nibio con una quantità di persone inservienti al teatro, e detti.

Nibio. Eccoci qui tutti uniti.

Maccario. Signor Nibio, quattrini.

Carluccio. Il mio quartale? (a Nibio)

Tognina. Danari, padron mio. (a Nibio)

Annina. I danari che mi avete promessi. (a Nibio)

Lucrezia. Vi ho aspettato invano. Dove sono i quattrini? (a Nibio)

Pasqualino. Se si ha da partire, ci vogliono de’ quattrini. (a Nibio)

Nibio. Ma via, non mi mangiate. Quattrini, se non me ne danno, non ne posso dare. Aspettate l’impresario, e darà a tutti quel che ha promesso.

Carluccio. Dov’è andato costui?

Nibio. Mi sono informato, mi hanno detto ch’è stato veduto col conte Lasca, e poco possono star a ritornare.

Lucrezia. Ma che diamine faranno? Dove diamine saranno andati?

Nibio. Io penso che siano andati dal banchiere a pigliare il danaro.

Tognina. E aspettano a quest’ora?

Carluccio. Questa è un’impertinenza.

SCENA ULTIMA.

Il Conte Lasca e detti.

Lasca. Schiavo di lor signori.

Nibio. Dov’è l’impresario?

Carluccio. Dov’è questa bestia d’Alì?

Tognina. Viene, o non viene?

Annina. Si parte, o non si parte?

Lasca. Mi rallegro di vedere questa bella compagnia pronta, unita e raccolta. Il signor impresario saluta tutti, fa il suo complimento a tutti, e mi ha dato questa borsa con duemila ducati,