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L'IMPRESARIO DELLE SMIRNE 241

Tognina. Per me ho parlato di cuore. E la prima volta che ho l’onor di vederlo, ma proprio ci ho della simpatia. (lo prende per la mano)

Annina. Anch’io propriamente, subito che l’ho veduto, mi è piaciuto. (lo prende per L'altra mano)

Alì. Star furba Bolognesa. Star tutte due belline, tutte due graziosine. Prometter tutte due voler per mie virtuose.

Tognina. Io non sarò malcontenta di avere la signora Annina in mia compagnia, ma intendiamoci bene: io da prima, ed ella da seconda.

Annina. Signora mia, siete venuta un po’ tardi. La parte di prima, il signor Alì l’ha promessa a me.

Tognina. L’ha promessa a lei? (ad ALÌ)

Alì. Non saver cosa aver promesso.

Annina. Non si ricorda più, o finge non ricordarselo, che mi ha promesso ch’io farò la parte di prima donna?

Alì. Star prima, o star seconda, non star l’istesso? (a Tognina, alzandosi)

Tognina. Signor no. O la prima parte, o niente.

Pasqualino. (Maledetto puntiglio! si vuol precipitare, e vuol precipitare anche me)

Alì. Se paga star l’istessa, cosa star vostra pretension?

Annina. Non m’importa della paga, m’importa dell’onore. (alzandosi)

Alì. Dell’onor? Dir tu: seconda parte star parte da briccona? (a Pasqualino)

Pasqualino. No, signore, anzi qualche volta la seconda parte è miglior della pnma.

Alì. Dunque star prima, o star seconda, star indifferente. (alle donne)

Annina. O la prima, o niente.

Tognina. O prima, o la ringrazio.

Alì. Via, se ben mi voler (a Tognina)

Tognina. La mia riputazione.

Alì. Se aver stima per me... (ad Annina)

Annina. Sono quella ch’io sono.

Tognina. Nemmeno per mille doppie.