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Maggior fortuna trovò forse la Pamela maritata in Germania. La Biblioteck der schönen Wissenschaften ne lodò al primo apparire le situazioni, i caratteri, i dialoghi; e riprodusse qualche scena tradotta (I 3 e 15, II 3, III 16). Tuttavia non piacque al critico l’intervento del ministro Majer per risolvere o piuttosto per tagliare il nodo drammatico (P. Mathar, C. Goldoni auf dem deutschen Theater des XVIII Jahrhunderts, Montjoie, 1910, pp. 34-35). Nel 1763 la P. m. fu voltata in tedesco dal giovane J. G. von Laudes e recitata nel novembre a Vienna. Di questa versione poco fedele, e spesso spropositata (Mathar, l. c, 58-61), usciva nel ’65 a Vienna la terza edizione, rinnovata (Spinelli, Bibliografia gold., p. 254); altra, coi nomi degli interpreti, nel ’68 (schedario ined. di E. Maddalena). Nel 1766 ne stampò a Lipsia il testo italiano il maestro di lingua I. S. Fraporta. nel pnmo tomo della sua Scelta delle Commedie di C. G., (4.a rist. nel 1801) per uso degli studiosi. Infine nel 1770 diede in luce una nuova traduzione G. H. Saal, nel t. VI delle Commedie complete di C. Goldoni.

Una versione spagnola uscì pure nel Settecento a Barcellona, col titolo La bella inglesa Pamela en el estado de casada (Spinelli, I. e, 250). Altra, recente, si deve a Felix Enciso Castrillon (E. Maddalena, La fortuna della Locandiera ecc., estr. dalla Riv. d’It. nov. 1907, p. 752). In Francia fu tradotta nel 1801 da A. Amar Du Rivier e fu stampata col testo a fronte nel t. II dei Chef-d’oeuvres dramatiques de Ch. Goldoni (Lyon et Paris, An IX). Poco dopo, nel 1804, Pelletier-Volmeranges pubblicò la Pamèla mariée, ou le triomphe des épouses, dramma in tre atti composto in collaborazione con Michele Cubières Palmezeaux e rappresentato anche nel 1810 a Parigi con scarso successo (Porel et Monval, L’Odèon etc, Paris, 1876, pp. 247-8): voltato poi liberamente in italiano dall’attore Luigi Marchioni e più volte recitato a Venezia e a Milano, dopo la Pamela nubile del commediografo nostro, negli anni 18 9-22 (v. Gazzetta privil. di Ven. e Giornale delli teatri comici ecc.); tradotto pure in danese da N. T. Bruun e stampato nel 1810 a Copenaghen (schedario Maddalena). Finalmente nel 1833 uscì una versione bulgara a Costantinopoli, che prima vide luce nell appendice d’un giornale, per opera della signorina Irene Pop Georgieva Ekzarh (schedario cit.).

Ma già una Pamela maritata aveva prestato argomento a una farsa per musica del m. Giuseppe Farinelli di Este (poesia di Gaet. Rossi), cantata a Venezia nell’estate del 1802 (C. Musatti, Drami musicali di G. ecc., estr. dall’Ateneo Ven. 1898, p. 6) e a Milano nella primavera del 1805 (Serie cronolog. delle rappr.i ecc. dei principali teatri di Mil. ecc., Milano, 1818, pp. 131 e 219). Anzi lo stesso Goldoni che nel 1756 aveva verseggiato una specie di Pamela buffa, la famosissima Cecchina, ossia la Buona figliuola, stese con vena più infelice la Buona figliuola maritata, che Niccolò Piccinni rivesti di note nel 1761 e Giuseppe Scolari nel ’62 e Tommaso Traetta nel ’64 (Spinelli, l. c, 178-180 e Musatti, l. c, 5-6). E nel 1766 Ant. Bianchi pensò di aggiungere alle precedenti una Buona figliuola supposta vedova (musica di Gaet. Latilla: v. Musatti, p. 6).

Alla recita della Pamela fanciulla, o nubile, per lungo corso di anni si fece seguire la recita della maritata. La troviamo nel repertorio della compagnia Roffi in Toscana, nel Settecento (Rasi, I Comici italiani, al nome Jac.