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NOTA STORICA


La presente commedia, scritta dal Goldoni a Roma nel 1759, prima della sua partenza nel luglio, fu ivi stampata nel principio dell’anno seguente, a insaputa, pare, dell’autore: «La Pamela Maritata, Commedia di carattere in seguito della prima intitolata Pamela, del celebre Sig. Avvocato Carlo Goldoni, da rappresentarsi nel Teatro Capranica in Roma nel carnevale MDCCLX. Dedicata all’Ill.ma Signora, la Signora D. Maria Giulia Mellini Falconieri, in Roma MDCCLX, nella Stamparia dì Girolamo Mainardi. Con Lic. de’ Sup. — Si vendono da Agostino Palombini Libraro in Piazza Navona all’insegna di S. Anna».

Dal libretto, ormai raro, riferiamo la lettera di dedica, perchè vi si contiene l’origine della commedia stessa: «Illustrissima Signora: Conosciutosi da me con evidenza, di quanto gradimento ed applauso ne’ trasandati anni, e specialmente nell’anno scorso per la seconda volta da me fatta rappresentare in questo Teatro, riuscita sia a tutti, ed in particolare a questa mai sempre Gloriosa Romana Nobiltà, l’opera Comica della Pamela Fanciulla del Celebre Sig. Avvocato Carlo Goldoni; per sodisfare, se non del tutto, in parte almeno al genio, che nutro, in compiacerla, mi è opportunamente caduto in pensiero, nel tempo della sua permanenza in questa Dominante, di far uscire dall’aurea Penna dello stesso Celebre Autore in seguela di essa la Pamela Maritata colla bella speranza del commun piacimento. E per darne con ciò effettivamente un picciolo, ma sincero attestato, ho stimato convenevole di porla alle pubbliche stampe. Ma siccome pria d’avventurare qualunque Componimento è stato mai sempre costume d’insignirlo in fronte col nome speciosissimo di qualche Illustre Personaggio, meritamente ho pensato fregiarla col ragguardevole nome di V. S. Ill.ma i di cui pregi, per essere in ogni dove bastantemente noti, e per non iscemarli con la mia, ne lascio ad altra penna più saggia ed erudita l’encomio; ed essendosi V. S. Ill.ma degnata accettarne il tributo, e per me, e per questo Teatro ne spero l’esito il più felice, ed atteso il lume di tante prerogative, di cui ne siete vagamente ornata, disperderassi qualunque ombra di difetto, che nella pubblica Rappresentanza innavedutamente potrebbe accadere, ed aggiungerassi alla nuova Pamela quello splendore, che forse senza la Vostra luminosa scorta potrebbe malignamente restare offuscata. Laonde a me non rimane, se non che riprotestarmi qual sempre mi son gloriato di essere — Di V. S. Illustrissima — Umil. Dev. ed Obligat. Servitore Giuseppe Balestra».

Tale racconto è confermato, come vedemmo, dal Goldoni, nella prefazione dettata per l’edizione del Pasquali, e leggesi anche nel cap. 38 della seconda parte delle Memorie. Del felice successo nel teatro Capranica, nel febbraio 1760 (v. il Diario ordinario di Roma, ricordato da A. Cametti, Critiche e satire teatrali romane del Settec., estr. dalla Rivista Music. It., Torino, Bocca, 1902, p. 6: «In questa settimana nel Teatro delle Dame è