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Bonfil. Quando Milord Artur ragionava colla padrona, entrasti in camera?
Falloppa. Ci entrai, sicuro, per via di quel malanno del viaggiatore, che voleva entrare per forza.
Bonfil. Chi vi era con loro?
Falloppa. Con chi?
Bonfil. Con Milord Artur e mia moglie.
Falloppa.!o non ho veduto nessuno.
Bonfil. Non vi era madama Jevre?
Falloppa. Affatto, dice il Napolitano.
Bonfil. Sei un bugiardo. So che madama Jevre vi era.
Falloppa. Se voi lo sapete, dunque vi era.
Bonfil. (Alterato) Ma vi era, o non vi era?
Falloppa. Volete che vi fosse, o che non ci fosse?
Bonfil. Io voglio, che tu mi dica la verità.
Falloppa. Dunque non vi era.
Bonfil. Lo sai di certo?
Falloppa. Se non l’avevano chiusa in un armadio, corpo di Bacco; io so, che non l’ho veduta.
Bonfil. Non poteva essere dietro della portiera?
Falloppa. Se ce capimo, dico de no, e dico de no.
Bonfil. Lo sai di certo?
Falloppa. È tanto certo, quant’è certo che io me chiamo Falloppa.
Bonfil. (Ah sì, mi vogliono assolutamente ingannare).
Falloppa. Anzi mo che mi ricordo. Quando la padrona parlava con Milord Artur, Madama de ieri era nella guardarobba, che faceva la lista della lavandaia.
Bonfil. Non occor altro.
Falloppa. Anzi, gl’ho portato una mezza camiscia, tre calzette ed un quarto di fazzoletto di tela fina. Biancheria mia del mezzo giorno.
Bonfil. Falloppa.
Falloppa. Signore.
Bonfil. Osserva bene gli andamenti di queste donne. Sappiami dire tutto quello che fanno.