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164 ATTO TERZO

SCENA XVI.

Milord Bonfil, monsieur Majer, poi Miledi Daure, il Cavaliere Ernold, poi Milord Artur, Pamela, madama Jevre, e monsieur Longman.

Majer. Milord, siete voi nemico di vostra moglie?

Bonfil. L’amai teneramente, e l’amerei sempre più, se non avesse macchiato il cuore d’infedeltà.

Miledi. Eccomi; che mi comandate?

Bonfil. Miledi, accomodatevi. Cavaliere, sedete. (siedono)

Ernold. Di che cosa abbiamo noi da trattare? Quel signore chi è?

Bonfil. Questi è monsieur Majer, primo uffiziale della segretaria di stato.

Ernold. Majer, avete viaggiato?

Majer. Non sono mai uscito da questo regno.

Ernold. Male.

Majer. E perchè?

Ernold. Perchè un ministro deve sapere assai; e chi non ha viaggiato, non può saper niente.

Majer. Alle proposizioni ridicole non rispondo.

Ernold. Ah! il mondo è un gran libro.

Pamela. Eccomi ai cenni vostri.

Bonfil. Sedete.

Pamela. Obbedisco. (siede nell’ultimo luogo, presso a Bonfil)

Jevre. Ha domandato me ancora?

Bonfil. Sì, trattenetevi. Longman1. Signore, è venuto milord Artur.

Bonfil. Che entri.

Longman. ( Fa cenno che sia introdotto.)

Artur. Eseguisco le commissioni del segretario di stato.

Bonfil. Favorite d’accomodarvi. (ad Artur)

Artur. (Siede.)

  1. Anche qui nell’ed. cit. troviamo Falloppa, il quale dice; «E noi pure? B. Sì, non le t’ho detto? F. E se viene Milord Artur?... Oh eccolo qui per l’appunto. B. Fa che entri. F. Favorisca, signor Milord. A. Eseguisco le commissioni ecc. ecc.