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Journal f. Deutschland, 16º fasc, 1780, p. 30, 31, Sulger-Gebing, l. cit.). Il grande Schröder, da giovane, era stato anche Succianespole (F. L. S., Ein Beitrag zar Kunde des Menschen u. Kunstlers con F. L. W. Meyer, Hamburg, 1823, vol. I, p. 252). Ottima Eugenia fu Rosalie Lefevre (Bäuerle, Memoiren, Wien, 1858, p. 181) che dopo il suo contrastatissimo matrimonio con un patrizio, entrato in arte, per amor suo, col curioso psedonimo di Nouseul (parola che serviva di richiamo ne’ loro convegni segreti), volle debuttare a Rastadt nel 1770, in questa commedia, facendone un’apoteosi dei propri amori. Così l’arte goldoniana, fatta solo di verità, trovava corrispondenza nella vita. Goethe, che nel 1767 aveva visto la commedia a Lipsia, in lettera del 16 ottobre di quell’anno vi fa allusione per adombrare il tempestoso carattere di certi suoi amori (Kern, Goethe’s «Tasso» und Goldoni’s «Tasso», Berlin, 1892, p. 88). Vane sarebbero state per lui come per altri, crediamo, le moralissime considerazioni che un avviso tedesco traeva dagl’Innamorati a tutto beneficio della «povera incauta gioventù!» «Specchiatevi, o giovani, in questi litigiosi innamorati, ridete di loro, nè agite mai così che di voi si debba ridere!» (Unsinn auf Comödien-Zetteln in Theater-Kalender auf das Jahr 1783. Gotha, pp. 60, 61). Par quasi che l’anonimo estensore di quest’impagabile avviso conoscesse le osservazioni mandate innanzi dallo stesso autore alla sua opera (v.: L’aut. a chi legge). Dove l’inciso «se non mi vergognassi» mostra chiaro come anche la propria esperienza gliele suggerisse.

Secondo il Mathar il dialogo tra Fabrizio e Succianespole sarebbe stato imitato dal Lessing nella sua Minna, là dove la Signorina chiede a Just del padrone (op. cit., p. 64).In quell’esilarante episodio, avvertiamo, già Goldoni avea ripetuto sè stesso. Una scena fatta di gnor sì e gnor no nelle risposte è nella Bancarotta (III, 3), interlocutori Pantalone e Graziosa.

Traduzioni degl’Innamorati hanno ancora il Portogallo: Os namorados zelosos, Lisboa, 1784; la Grecia (in un una scelta di commedie goldoniane tradotte, pubblicata nel 1830), la Spagna: Enamorados zelosos (Comedias nuevas, n. 105, Barcellona, s. a.), e ancora: Los enamorados, Comedia en dos actos y en verso, escrita por Don Dario Céspedes, estrenada con extraordinario éxito en el Teatro del Circo la noche del 5 de Enero de 1875, Madrid, Rodriguez, 1875. È dedicata a Elisa Boldun («Ayer està comedia era italiana: hoy, gracias à tu genio, es castellana»). Questa non è solo un’imitazione, come attesta una linea in calce all’elenco dei personaggi, ma un rifacimento abbastanza fedele. Il Céspedes, senza nulla aggiungere di suo, soppresse il malaugurato pranzo e fuse in uno i due ultimi atti. Il nome dell’autore non doveva mancare nel frontispizio. Così l’«imitacion» somiglia un plagio.

E. M.


Gli Innamorati si stamparono la prima volta a Venezia nel 1762, nel t. II dell’ed. Pasquali: quindi uscirono a Livorno (Santini 1763 e, più tardi, Masi VIII, 1789) a Torino (Guibert e Orgeas II, 1772) a Venezia ancora (Savioli XI, 1774 e Pitteri id.; Zatta cl. I, VI, 1789; Garbo VI, 1795) a Bologna (Lucchesini, 1784) a Lucca (Bonsignori II, 1788) e forse altrove nel Settecento. — La presente ristampa seguì più fedelmente il testo del Pasquali, curato dall’autore. Valgono le solite avvertenze.