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IL RICCO INSIDIATO 53
Conte. Ragion vuol che in voi creda sinceritade e affetto.

Lascierò consigliarmi.
Livia.   Udite il suo progetto.
Emilio. Signore, io mi esibisco per zelo e per amore,
Esser de’ vostri beni ministro e direttore.
Livia. Ma perchè di tal carico si veda una ragione,
Sollecita alle nozze si dia la conclusione.
Non già per me, signore, parlo per voi sincera.
Conte. Si farà quanto prima.
Livia.   Facciamlo in questa sera.
Conte. Pronta sarà la dote.
Emilio.   No, non parliam di questo.
Si sa che il conte Orazio è un cavaliere onesto.
La germana discreta non chiede e non pretende:
Spera d’amor le prove, e dal german le attende.
De’ vostri beni intanto io prenderò la cura.
Conte. Consiglieremo il modo.
Livia.   Fategli una procura. (al Conte)
Conte. Prima coll’avvocato di consigliar desio.
Emilio. Volete un avvocato? Fidatevi del mio.
L’uom di lui più sincero non troverete al mondo.
Livia. Della sua onoratezza per esso anch’io rispondo.
Conte. Qual progetto vi pare utile al caso nostro?
Emilio. Misureremo in prima qual sia lo stato vostro.
Si farà un inventario di tutti i vostri beni.
Dell’oro, dell’argento, dei mobili e terreni.
S’impiegherà il denaro in un buon capitale.
Di tutto a me farete procura generale.
E per disobbligarvi dall’imprestar danari,
Per isfuggir le trame degli avidi falsari,
Farete una scrittura mostrandovi contento
D’aver dalle mie mani un certo assegnamento.
Fidatevi a chi vi ama; sarà poi mio pensiere
Il farvi negli incontri trattar da cavaliere.
Si troverà una moglie, che sia da vostro pari.