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494 ATTO QUINTO
Voi, Ridolfo, potreste più d’ognuno

Scoprir la verità di questo fatto.
Ridolfo. Io l’avrei da saper più di nessuno.
Fidatevi di me, che ad ogni patto
Tutto vi narrerò quel che succede
(Dopo che il matrimonio sarà fatto). (via)
Rigadon. Mancherebbemi ancor questa mercede:
Che mi portasse via la mia germana
Quel di cui fu lasciata unica erede.
Ma se correr anch’essa alla quintana
Nella giostra d’amor volesse un giorno,
Interromper la lizza è cosa vana.
Quando una donna s’è ficcato intorno
Il desio d’una cosa, nol dismette,
Se tu la cacci a roventare in forno.
In ogni caso, se il destin permette
Che Giuseppina sposa mia divenga,
Uno stato miglior mi si promette.
Oltre l’amor, vuol che a costei m’attenga
L’interesse medesmo, e ch’usi ogn’arte.
Perchè l’assenso dal suo cor si ottenga.
Le scolare e i scolari in varia parte
Andranno poscia a esercitare il ballo.
Ed i’ avrò del danar la maggior parte.
Restand’io qui qual general nel vallo.
Mando al foraggio i miei commilitoni
A spogliare l’Ispano, il Prusso, o il Gallo
Ch’oggi l’Italia e l’estere nazioni
Pagano le ballate a peso d’oro,
E han fortuna per fino i bertuccioni.