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476 ATTO TERZO
Di questo galantuom suo servitore

Le piacerebbe la fisonomia?
Madama. Se potessi sperar nel vostro amore.
Ridolfo. Circa l’amor non vi sarà che dire,
Ma la ricchezza mia sta nel buon core.
Madama. Tutti i beni del mondo han da finire:
Dice il proverbio, chi è contento gode:
Nascono le amarezze dal desire.
Virtuosa umiltà merita lode;
Chi non abbonda di ricchezze in casa,
Timor non ha d’insidiosa frode.
Chi le delizie di Cupido annasa,
D’altro vano piacer l’odor non fiuta;
Il nettare nel seno amor travasa.
Ridolfo, questo cor non vi rifiuta;
Non vi affanni il pensier dell’avvenire;
Cuor contento, suol dirsi, il ciel l’aiuta.
Ridolfo. Corpo di bacco! i’ non mi vo’ pentire:
Ecco la mano.
Madama.   Prendovi in parola;
A mio fratello non lo state a dire.
Ridolfo. Rigadone, che badi alla sua scuola:
Madama non dipende dal fratello;
Vuol maritarsi, povera figliuola.
Donna di garbo, donna di cervello.
Non le preme un signor ricco sfondato.
Vuol di Ridolfo il suo coruccio bello. (via)
Madama. Finalmente un amante ho ritrovato;
E posso dir che ritrovai marito,
Se di buon cuore la parola ha dato.
È vero che il meschino è rifinito;
Ma di dote e corredo io non abbondo,
E niente con niente fa il partito.
Nè per questa ragion io mi confondo;
Mio fratello mi stima, e mi vuol bene;