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IL RICCO INSIDIATO 39
Alla pretesa ingiusta per sè non è condotta,

Lo so che don Emilio l’ha spinta e l’ha sedotta.
Ei che aspira alle nozze della germana vostra,
Di accrescere i suoi beni sollecito si mostra,
E spera fortunata l’ingiusta pretensione
Coll’arte e la violenza, se non colla ragione:
Spera con una lite confusa e pertinace,
Di farvi a caro prezzo comprar la vostra pace.
L’oro che i giorni vostri può rendere felici,
Non fa contro di voi che suscitar nemici.
L’invidia e l’avarizia arma degli empi i cuori.
Mille vi stan d’intorno perfidi insidiatori;
Chi con trame palesi, chi con coperto inganno,
Tutto l’ingrato mondo cospira a vostro danno.
E chi per voi sol vanta tenero amore in seno,
Forse degli inimici da voi si apprezza meno.
Pare un destin, che sempre dei miseri mortali
Ai beni della vita sian contrapposti i mali;
E che l’uomo medesimo nel più felice stato
Contro di sè congiuri per esser sfortunato.
Sprezzando il proprio bene, amando il suo periglio,
Qual voi di me sprezzate l’amore ed il consiglio.
Conte. Dei rimproveri vostri quale ragione avete?
Felicita. Ditemi, conte Orazio, da cavalier qual siete.
Là dove andar io stessa vi vidi poco fa,
Qual affar vi condusse?
Conte.   Dirò la verità:
Posso dal buon consiglio talora allontanarmi,
Non mai verso di voi gli obblighi miei scordarmi.
Conobbi l’amor vostro nei dì più sfortunati,
Detesto il reo costume dei sconoscenti ingrati.
Veggo, conosco i frutti dell’amicizia vostra:
Non temete ch’io sappia mentire in faccia vostra.
Voi mi chiedete il vero, e il ver vo’ confidarvi;
Sappiate che là dentro....