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406 ATTO TERZO
La contessa Narcisa arde per voi d’amore,

E voi siete un ingrato, se le negate il cuore.
Lelio. (Burla, o dice davvero?) (da sè)
Brigida.   Andemo co le bone...
(ad Ottavio)
Ottavio. (Non lasciate fuggire questa buona occasione).
(piano a Brigida)
Lelio. Voi dite cento cose, io non ne credo alcuna;
Se diceste davvero, l’avrei per mia fortuna.
È ver, per confidarvelo, che un schiaffo ella mi ha dato;
Ma se poi mi vuol bene...
Ottavio.   Per amor ve l’ha dato,
(a Lelio)
Non è vero? (a Brigida)
Brigida.   È verissimo.
Ottavio.   Sentite? In verità
Questo è un segno d’affetto. (a Lelio)
Lelio.   Grazie alla sua bontà.
Ottavio. Concludiamo l’affare. Ella per voi si mostra
Inclinata all’estremo; se la volete, è vostra.
Lelio. Come?
Ottavio.   Come, si dice? Di voi mi maraviglio.
Far sentir questo come a lei non vi consiglio.
Come mi domandate? Vostra potete farla
Sol coll’unico mezzo di amarla e di sposarla.
Vi è noto il di lei grado, vi è noto il di lei nome.
Non ardite mai più di pronunciar quel come.
Lelio. Non so che dire, amico, lascio da voi guidarmi;
La Contessa mi piace. Desio di maritarmi.
Ottavio. Lo sentite, signora? Disposto è a dir di sì. (a Brigida)
Brigida. Ma se l’ha dito come, come dirò anca mi.
Ottavio. Come voi pur mi dite? Come si fan tai cose?
Domandar lo potete a quelle che son spose.
Per me posso servirvi a stendere il contratto;
Il come lo saprete quando che sarà fatto.