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LE DONNE DI BUON UMORE 257


Mariuccia. Oibò, il sordo non l’ha nemmen da sapere. Questo è un desinare, o per meglio dire una cena, che ha ordinato la signora Silvestra, e non vogliono che il signor Luca lo sappia.

Servitore. Ma se sono in sette, hanno forse da attendere qualchedun altro?

Mariuccia. Non ha da venire il signor Leonardo? Non siete stato voi a chiamarlo per parte mia?

Servitore. Sì, è vero, non me ne ricordavo.

Mariuccia. Hanno bussato; andate a vedere s’è lui. Fatelo venir qui subito.

Servitore. Signora Mariuccia, io faccio tutto quel che volete, ma anche voi ricordatevi di me. Se tutti mangiano, vorrei godere anch’io qualche cosa.

Mariuccia. Sì sì, non dubitate, vi sarà da star bene per tutti; già il vecchio paga.

Servitore. (Eh, quando la servitù è d’accordo, le cose non possono mai andar male). (parte)

SCENA V.

Mariuccia, poi Leonardo.

Mariuccia. Voglio un po’ vedere, se mi dà l’animo di far arrabbiare la signora Felicita; resterà, quando vedrà qua suo marito.

Leonardo. Eccomi qui da voi. Che cosa è questa gran premura, con cui mi avete fatto venire?

Mariuccia. Vedete, signor Leonardo, (mostrandogli la tavola preparata)

Leonardo. Vedo là una bella tavola preparata per mangiare.

Mariuccia. La signora Felicita è stata quella che ha persuaso la mia padrona a fare un bel trattamento, e non ha avuto la convenienza di farlo sapere al povero suo marito.

Leonardo. Eh mia moglie, meno che mi vede, sta meglio in salute.

Mariuccia. Io vi ho mandato a chiamare, e voglio che restiate qui a suo dispetto.