Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
238 | ATTO SECONDO |
Battistino. Lo stufato si raffredda. (a Luca)
Luca. Parta pure con libertà (a Battistino)
Leonardo. Ci goderemo quelle quattro polpette. (a Luca)
Luca. Se posso servirlo, mi comandi. (a Leonardo)
Battistino. Vado a finir di mangiare. (a Luca)
Luca. Mi faccia servitore a casa. (a Battistino) (Leonardo e Battistino tornano a sedere al tavolino, e a mangiare)
Luca. Mariuccia.
Mariuccia. Signore.
Luca. Ora che sono andati via, vorrei che tu mi dicessi, chi erano quei due. (si volta, e li vede a tavola, che mangiano) Oh bella davvero! Buon pro faccia a lor signori. Si divertino bene. (È un odor che consola). Giacchè la roba mia se ne va così, se mangiano gli altri, voglio almeno mangiare anch’io. Un tondo e una posata ancora per me. (a Mariuccia)
Mariuccia. Subito, volentieri. (Ha ragione, per dirla; di quello che in questa casa si scialacqua, la minor parte è la sua). (parte)
SCENA V.
Luca, Leonardo e Battistino.
Luca. Si contentano lor signori?
Leonardo. Padron.
Luca. Come? (a Leonardo)
Leonardo. Si accomodi.
Luca. Cosa dice?
Leonardo. (Non dico altro.)
Luca. Che ha detto? (a Battistino)
Battistino. Io non ho parlato. ( Viene un servitore, che porta tondo e posata al signor Luca, che mangia cogli altri.)
Luca. Di queste polpette preziose non me ne fanno mai.