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diciamo in lingua nostra terrazza, in cui piantato vi era un industrioso edifizio di Burattini, giocati mirabilmente da Voi, da mio Padre e da altri compagni vostri, ed ecco come il destino, che mi volea portare al Teatro, principiava sin da quel tempo a spargerne i semi nella fantasia e nel cuore.
Mancò di vita mio Avo, da cui occupata era, come vi è noto, l’onorevole ed in allora lucrosissima carica di Notaro al Magistrato Eccellentissimo de’ Cinque Savj alla Mercanzia. Fu prevenuto mio Padre nella successione a tal Ministero; abbandonò la Patria, non so perchè; studiò l’arte medica, non so dove, si addottorò, non so quando; so che in Perugia fu Medico, e che morì Medico salariato in condotta sul Ferrarese, nella vasta e pingue terra di Bagnacavallo.
Voi non perdeste mai l’affetto alla nostra casa. Tornato io in Venezia dopo le mie già note avventure, trovai nell’animo vostro lo stesso amore e la stessa antica amicizia. Voi foste uno de’ primi e de’ più interessati fautori del mio partito, allora quando trattatasi di stabilire il mio credito sul nuovo metodo delle Commedie, ed il credito vostro e l’autorità de’ vostri giudizi mi guadagnò una parte grandissima di ben affetti e di approvatori.
E per dir vero, il vostro peregrino talento non solo ha la facoltà di discernere e di giudicare, ma ha l’arte ancora e la facilità di persuadere e convincere, insinuandosi colla miglior grazia del mondo nell’animo delle persone, e guadagnando i cuori di tutti. Quindi è che amar vi faceste, e amar tuttavia vi fate da chiunque ha il piacere di conoscervi e di trattarvi. In questa Serenissima Patria nostra siete da ogni ordine apprezzato ed amato. Co’ vostri viaggi noto vi rendeste, e ammirevole, e caro per ogni parte. I personaggi più illustri e più riguardevoli dell’Europa hanno per voi un affetto ed una stima singolarissima, e il nome vostro e la vostra virtù desiata ha ne’ Monarchi l’ammirazione, autenticata con marche onorevoli di liberalità e di clemenza.
Una novella prova ne abbiamo nel Sovrano rescritto dell’Augustissima Imperatrice Regina Austriaca, che col titolo di Conte vi ha decorato, locchè non può che accrescere il fregio a