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50 ATTO SECONDO
Che accenti non ritrovo, e son fuor di me stesso.

Sulla pubblica strada troppo finor si è detto;
Di dama a me congiunta meco venite al tetto.
Vi narrerò il mio stato, vedrete il mio periglio.
Di voi, che saggia siete, abbraccierò il consiglio.
Cara donna Marianna, s’è ver che voi mi amate.
Sopra dell’onor mio fidatevi, e sperate.
Paolina. (Abbadate, signora, ch’ei cerca addormentarvi).
(piano a donna Marianna)
Marianna. Sì, don Luigi, io vi amo, non vuò precipitarvi.
So di nozze novelle il periglioso impegno;
Vi compatisco, e voglio sospendere lo sdegno.
Dal vostro cor sincero questo saper sol bramo,
Se la rivale amate.
Luigi.   Tutto saprete, andiamo.
(sospirando parte)
Paolina. S’egli di no vi dice, non gli credete un zero.
Marianna. Da così buon principio un miglior fine io spero, (parte)
Paolina. Ancor per la paura il cor mi trema tutto.
Povera Paolina, passato ha un caso brutto.
Vuò, subito ch’io posso, quest’abito levarmi.
Non vuò che un’altra volta ritornino a sfidarmi.
E invece di adoprare spade, pugnali e stocchi,
Colle parole ammazzo, precipito cogli occhi.

Fine dell’Atto Secondo.