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552 | ATTO QUINTO |
Se Marian non l’avesse condotto in queste porte.
Dopo l’error commesso, dopo quel passo audace,
Studiai per non scoprirlo di rendermi sagace.
La mia sagacitade so che non merta lode;
L’onestà, la prudenza, nemica è della frode.
Delle mie debolezze, degli error miei mi pento,
Domando al padre mio novel compatimento;
E lo domando a tutti, e con umil rispetto
Del pubblico perdono un contrassegno aspetto.
Fine della Commedia.