Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
544 | ATTO QUINTO |
SCENA VII.
Lisetta, poi Mariano.
Ma in somma delle somme, la tabacchiera è qui.
Eh ehm, signor Mariano. (chiamandolo dalla scena)
Mariano. Che c’è? (corpo di bacco!)
Lisetta. Vuole restar servita di un poco di tabacco?
Mariano. Ladra, me l’hai rapita.
Lisetta. Son giovane onorata;
Sì, me l’ho messa in testa, e alfin l’ho superata.
SCENA VIII.
Don Policarpio e detti.
Ora siam tutti diavoli, padroni e servitori.
Mariano. Vo’ la mia tabacchiera. (a Lisetta)
Policarpio. Che tabacchiera? parla.
(a Mariano)
Mariano. Fate che me la renda.
Lisetta. (Piuttosto fracassarla).
Policarpio. Presto, la vo’ vedere. (a Lisetta)
Lisetta. E ben, che cosa e’è?
Era di donna Barbara, e l’ha donata a me.
Mariano. A me l’avea donata.
Policarpio. A te? per qual ragione?
Mariano. Perchè... (Uh, se potessi...)
Policarpio. Confessami, briccone.
Lisetta. Sì, è un briccone, egli è vero1.
Mariano. Tu mi farai parlare.
(a Lisetta)
Policarpio. Parla, vo’ saper tutto. (a Mariano)
- ↑ Ed. Zatta: Sì, egli è un briccone, è vero.