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536 ATTO QUINTO
Se chiedono a Mariano, come l’ha avuta e donde,

Non sa dir: l’ho comprata; si perde e si confonde...
E se il padron la vede, son certa, son sicura,
Che gli fa il giuramento rompere a dirittura.
Certo, signora mia, fin che in man di Mariano
Resta la tabacchiera, il timor non è vano.
Onde per evitare qualche maggior periglio.
Levargli quella scatola, signora, io vi consiglio;
E se ricompensarlo vorrete in qualche cosa.
Non mancherà poi tempo d’essere1 generosa.
Barbara. Marian dove si trova?
Lisetta.   Or or se ne va via.
Barbara. Chiamalo.
Lisetta.   Sì signora. (La tabacchiera è mia).
(da sè, e parte)

SCENA II.

Donna Barbara, poi Lisetta.

Barbara. Veggo che facilmente tutto sarà scoperto,

Ma il fatto della notte vo’ almen tener coperto;
E se la tabacchiera non sa celar Mariano,
Dice bene Lisetta, leviamgliela di mano.
Vado pensando al modo di rimediare a tutto;
Ma più che vi rifletto, mi pare il caso brutto.
Scoprire è cosa facile, ch’io sono maritata,
Ma temo in cento modi restar pregiudicata.
Il padre certamente meco sarà sdegnato,
Da donna Petronilla acceso e stuzzicato.
Se le mie leggerezze a lei si rendon note,
Capace è di scemarmi gran parte della dote.
Ma io procurerò che qualche via si apra,
Per salvare ad un tempo i cavoli e la capra.

  1. Ed. Zatta: Chi siate.