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LA SPOSA SAGACE 499
Petronilla.   Per me non resterete?

Conte. Un affar mi sollecita.
Barbara.   Conte, perdon vi chiedo.
Ai colpi di fortuna sì ingrato io non vi credo.
Vi offre una congiuntura da voi desiderata,
E voi ricuserete la sorte inaspettata?
Se avete vera stima per chi vi parla e prega,
Se conoscete il bene, la grazia non si nega.
Petronilla. (Non credo donna Barbara per me tanto impegnata;
Dubito ch’ella sia del Duca innamorata). (da sè)
Conte. Signora mia, conosco la grazia che mi fate.
Resterò a’ cenni vostri, per fin che comandate.
(a donna Petronilla)
Barbara. (Resterà il caro sposo per compiacere a me). (da sè)
Petronilla. (Sono in qualche sospetto. Li voglio tutti tre). (da sè)
Duca. Ora son fuor d’impegno. (a donna Petronilla)
Cavaliere.   Ora vedervi io godo
Favorita dal Conte. (a donna Petronilla)

SCENA XIII.

Don Policarpio col brodo, e detti.

Policarpio.   Ecco, signora, il brodo.

Conte. Servo a don Policarpio.
Policarpio.   Signor Conte garbato.
La riverisco tanto. Non l’aveva osservato.
Petronilla. Chi è che mi favorisce? (volendo bere il brodo)
Policarpio.   Che? non ci sono io?
Conte. Compatisca, signore, questo è l’obbligo mio.
(gli leva la tazza di mano)
Policarpio. Ha una gran confidenza!
Barbara.   Non sapete niente?
Di donna Petronilla è il cavalier servente.
(a don Policarpio)