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LA SPOSA SAGACE 497
Duca. Cavalier, perchè state da lei così discosto?

(accennando donna Petronilla)
Cavaliere. Duca, perchè lasciate d’andare al vostro posto?
(accennando donna Petronilla)
Petronilla. No, no, non ho bisogno della lor compagnia.
(Ora li voglio fare morir di gelosia). (da sè)

SCENA XII.

Il Conte d’Altomare e detti.

Conte. Servo di lor signori.

Petronilla.   Conte, vi riverisco.
Conte. (Donna Barbara! come! fra quei due? non capisco).
(da sè)
Barbara. (Dissimular conviene, per non scoprir l’arcano). (da sè)
Conte. (Temo l’indifferenza di sostenere invano). (da sè)
Come, signori miei? si fa conversazione,
E donna Petronilla si lascia in un cantone?
Cavaliere. Questo appartiene al Duca.
Duca.   S’aspetta al Cavaliere.
Petronilla. Presso di donna Barbara han piacer di sedere.
Barbara. Certo questi signori di me si prendon gioco.
Domandatelo a lei. (al Conte)
Conte.   (Ah, mi s’accende il foco).
Petronilla. Conte, alfin lo confesso, e sostener m’impegno,
Che voi siete di tutti il cavalier più degno.
So che vi feci un torto dando la preferenza
A chi mi ha guadagnato coll’arte e l’insistenza.
Conosco or più che mai le vostre qualità,
Venero il vostro sangue, la vostra nobiltà;
E se di me vi cale, come vi calse in prima,
Vi protesto, signore, venerazione e stima.
Non offerisco amori; tanto non si concede
A femmina onorata che altrui giurò la fede.