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492 ATTO SECONDO
Petronilla. Mi favorisce il Duca. (a don Policarpio)

Policarpio.   Quello che piace a lei. (siede)
Petronilla. Ora non si può bere, ch’è troppo raffreddato.
Policarpio. Ma! vuol tutto a suo modo.
Petronilla.   Oh, mi avete seccato.
Policarpio. Non parlo più.
Petronilla.   Chiamate. (a don Policarpio)
Policarpio.   Vuol forse riscaldarlo?
Petronilla. E se io lo volessi?
Policarpio.   Comandi pur, non parlo.
Ehi! (chiamando)
Petronilla.   Nessuno risponde; di già ne sono avvezza.
Caro signor consorte, mi faccia una finezza:
Vada con questa tazza ad ordinare al cuoco,
Che dentro a un pentolino me lo riscaldi un poco.
Policarpio. Qualcheduno verrà.
Petronilla.   Se ella non fa il piacere,
Pria di due ore almeno non lo potremo avere.
Sdegna di favorirmi?
Policarpio.   Subito me ne vo.
Ma quando anch’io la prego, non mi dica di no.
(parte)

SCENA VIII.

Donna Petronilla e il Duca.

Petronilla. È poi compiacentissimo. Non è egli ver, Duchino?

Duca. Fa il suo dover.
Petronilla.   Sì certo; mi vuol ben, poverino.
Tutto quel ch’io desidero, mi accorda e mi concede.
Duca. (Donna Barbara ancora comparir non si vede). (da sè)
Petronilla. State ben, signor Duca?
Duca.   Bene per obbedirvi.
Petronilla. Volete che giochiamo? Vorrei pur divertirvi.
Duca. Facciamo una partita, se comandate.