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488 ATTO SECONDO
Petronilla. Avrò piacer; sedete.

Policarpio.   Degli interessi miei (siede)
Poco tempo mi resta da ragionar con lei.
Il dì vi è sempre gente, la notte non mi vuole.
L’ora non so trovare di dir quattro parole.
Petronilla. Quando mi vuol parlare, difficile non è;
O io verrò da lei, o lei verrà da me.
Comanda qualche cosa?
Policarpio.   L’ora è un poco avanzata.
Non voglio incomodarla.
Petronilla.   Le son bene obbligata.
Policarpio. Ora qui son venuto per una cosa sola:
Per favellare un poco di questa mia figliuola.
Barbara è da marito; e se le par, signora,
Vedrem di collocarla.
Petronilla.   Eh no, vi è tempo ancora.
Policarpio. Dice bene, vi è tempo.
Petronilla.   Prima di maritarla.
Prima di darle stato, convien meglio educarla.
Si vede chiaramente la trista educazione,
Che diedele una madre di bassa condizione.
E sciocca, non sa nulla; d’ogni buon garbo è spoglia.
Trovar non isperate un cane che la voglia.
Policarpio. Eppure qualcheduno l’ha fatta domandare.
Petronilla. Gente l’avrà richiesta dell’ordine volgare:
O qualche vagabondo, oppur qualche spiantato.
Che sol della sua dote si sarà innamorato.
Signor don Policarpio, so che vossignoria
Vorrà, prima di farlo, l’approvazione mia.
Policarpio. Oh, cosa dice mai! non moverò una spilla,
Senza comunicarlo a donna Petronilla.
Petronilla. D’istruir vostra figlia io prenderò l’impegno,
Ma vi vorran dieci anni pria di ridurla a segno.
Policarpio. Dieci anni? sarà vecchia.
Petronilla.   Esporla non conviene