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428 | ATTO QUARTO |
Rosina. Io son fra le catene.
Valentina. Vi sentite d’amore imbestialir così,
E pregar vi faceste a pronunziare un sì?
Ippolito. Vado via.
Rosina. Mi ritiro.
Ippolito. (Che pena!) (da sè)
Rosina. (Che martello!)
Ippolito. Addio, sposina cara.
Rosina. Addio, sposino bello. (partono)
SCENA V.
Valentina, poi Felicita.
Un soldo a dar principio, tre soldi a terminare.
Felicita. Come va la faccenda?
Valentina. Va bene; innanzi sera
L’affar sarà concluso.
Felicita. Ecco qui Baldissera.
Valentina. Venga; del nostro affare possiam parlare adesso.
Felicita. (Ma non vo’ ch’ella sappia quello che mi ha promesso).
SCENA VI.
Baldissera, un Notaro e dette.
Felicita. È il notaro codesto?
Notaro. Son io, signora sì.
Baldissera. (Come far?) (piano a Felicita)
Felicita. (State cheto). (a Bald.) . Senti, sorella mia.
Se mi ho preso un arbitrio, non mi dir villania.
Sentendo che sposarlo non ti saria discaro,
Ho detto a Baldissera che venga col notaro.
Ho fatto mal?