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394 ATTO SECONDO
Un uom di buona grazia, che ha nobili talenti,

Nato di buona casa e d’ottimi parenti.
Fabrizio. Ha moglie?
Valentina.   Signor no.
Fabrizio.   Da voi per cosa viene?
Valentina. Perchè fin da ragazzi ci siam voluti bene.
Fabrizio. E in faccia mia lo dite? Perfida! in faccia mia?
Valentina. Non si può voler bene senza che mal vi sia?
Fabrizio. Eh cospetto di Bacco! ciò si può dire ai sciocchi.
A me voi non porrete la polvere negli occhi.
Valentina. Oh, voi siete un grand’uomo! uom veramente astuto!
Lo volete sapere, perchè è da me venuto?
Fabrizio. Perchè?
Valentina.   Tutto l’arcano voglio vi sia svelato.
È venuto da me, perch’egli è innamorato.
Fabrizio. Meglio, corpo di bacco!
Valentina.   Eh ben! che male c’è?
Fabrizio. È di voi innamorato?
Valentina.   Chi vi ha detto di me?
Si vede ben che siete un uom pien di malizia.
All’amor che vi porto, voi fate un’ingiustizia.
Sì poco vi fidate di mia sincerità?
Povera sfortunata! Vo’ andarmene di qua.
Se son gli affetti miei tutti gettati al vento.
Meglio è ch’io me ne vada, e soffra un sol tormento.
Sentirmi tutto il giorno rimproverare a torto,
Soffrire inutilmente le cose ch’io sopporto,
Essere malveduta da tutti in queste porte,
È una pena d’inferno, una continua morte.
Fabrizio. Ma se voi stessa... Io certo... finora io vi credea...
Son le vostre parole, che vi dimostran rea.
Valentina. Rea, signore, di che? rea sarà una zitella,
Perchè di dar procura marito a una sorella?
La povera Felicita, che vedova è rimasa,
Signor, la conoscete, frequenta in questa casa.