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IL PADRE PER AMORE | 29 |
SCENA III.
Don Fernando e Beltrame.
Che a una dama in Messina promessa avea la mano.
Non sa che il Duca istesso a me lo ha confidato,
Non sa che col mio mezzo fu sciolto e liberato,
E che, per la mia figlia se nutre un vero affetto,
Può sperar di ottenerla, distrutto un tale obbietto.
Lo stesso don Luigi non l’ha saputo ancora,
Venute di Sicilia le lettere già un’ora.
E pria ch’egli lo sappia, vuò esaminar quel core.
Assicurarmi io voglio, se spento è il primo amore.
Beltrame. Donna Isabella e il Duca si amano tutti due;
E ognuno a maraviglia sa far le parti sue.
Don Luigi sorride, quando la dama il mira,
E quando egli la guarda, la giovane sospira.
Vuol dir, quand’ei sorride: provo in amor diletto.
Sospirando ella dice: ah, quel momento aspetto.
SCENA IV.
Il Duca don Luigi e detti.
Di posseder mia figlia, di regolare un regno.
Luigi. Signor, deh serenatevi: è ver ch’invida morte
La compagnia vi tolse di amabile consorte;
Anch’io per cotal perdita piansi e mi dolsi tanto.
Ma ha i suoi confini il duolo, e dee cessare il pianto.
La virtù ci soccorra, e vaglia la ragione.
Che l’uom dee rassegnarsi allor che il ciel dispone.
Voi avete una figlia, che per la madre spenta
Si macera nel duolo, si crucia e si tormenta.