M’han di lei reso amante, e in avvenir non so
Quel che accader mi puote, se ancor la mirerò.
(La Baronessa si va contorcendo a questo discorso, mostrandodi averne rossore.)
Io dissi al Cavaliere: voi sospirate invano;
Par che la Baronessa inclini al capitano.
A lasciar la speranza quasi lo consigliai,
Ma che voi lo perdeste, mi spiacerebbe assai.
Quanto quell’altro è finto, tanto quest’altro è onesto;
Pare ch’egli sia fatto per voi, ve lo protesto.
Amica, il vostro cuore sollecitar non tento,
Bramo sol di sentire il vostro sentimento.
Baronessa. Tante cose mi dite.... Contessa, io non saprei...
Contessa. Volete ch’io gli parli?
Baronessa. Vorrei, e non vorrei.
Contessa. L’ho mandato a chiamare, poco tardar potrà.
Baronessa. L’ha saputo mio padre?
Contessa. Non ancor, ma il saprà.
Prima il vostro pensiere piacquemi rilevare.
Dunque cosa mi dite?
Baronessa. Io ci vorrei pensare.
Contessa. Se viene il Cavaliere, dicogli le parole?
Che speri, o che disperi?
Baronessa. Eh! faccia quel che vuole.
Contessa. Eccolo per l’appunto.
Baronessa. Vi riverisco, e parto.
(inchinandosi in atto di partire)
Contessa. Aspettar non volete?
Baronessa. Vi aspetto nel mio quarto. (come sopra)
Contessa. Amica mia, credetemi, vi servirò di cuore.
Baronessa. Resterei volentieri, ma ho un tantin di rossore.
(come sopra, e parte)