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294 | ATTO SECONDO |
E anch’essa in altro genere si accorda e lo somiglia).
Ecco la mia padrona. (alla Baronessa)
Baronessa. Chi son quei due signori?
Martorino. Son della mia padrona due fidi adoratori,
Ma ella non ci pensa. Con tutti è indifferente.
Eccola. Con licenza. Servo suo riverente. (parte)
Baronessa. Ogni dì qua si vedono venir nuove persone,
Ed io che non son pratica, mi metto in soggezione.
Mio padre vuol ch’io faccia dei complimenti assai,
E a far quel che va fatto, ancor non imparai.
SCENA II.
La Contessa, il Capitano, il Cavaliere e la suddetta.
Capitano. Servitor riverente.
Baronessa. Serva di lor signori. (al Capitano)
Cavaliere. Riverisco umilmente.
Baronessa. Serva sua. (al Cavaliere)
Contessa. Come state?
Baronessa. Bene. E voi?
Contessa. Sto benissimo.
Sediamo.
Baronessa. Seda ella.
Contessa. Tocca a lei.
Baronessa. No certissimo.
Capitano. Tocca alla forastiera.
Baronessa. Per obbedir mi assido, (siede)
Capitano. (Da galantuom la godo). (siede vicino alla Baronessa)
Contessa. (Io mi diverto, e rido).
(siede vicino alla Baronessa, e presso di lei il Cavaliere)
Fin che state con noi, amica, è di dovere,
Che andando fuor di casa vi serva un cavaliere.