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liana. I Giornalisti d’Italia ne parlano con eguale stima e rispetto. Il nostro gentilissimo Signor Giovanni Conti Romano, professore di lingua Italiana alla Scuola Militare in Parigi, che ha fatto ristampare, sì ben corretta, in sì bel carattere e bella forma, la celebre traduzione di Lucrezio di Alessandro Marchetti1, non potea meglio fare che dedicarla al vostro Nome rispettabile, illustre, ed ho ammirato l’ingegno e la sincerità dell’uomo, il quale sotto al vostro ritratto, elegantemente delineato sopra il fondo della vostra ammirabile Biblioteca, ha fatto incidere il verso:
Ne sceglie il fiore, e ne comparte il frutto.
Tutti quelli che, parlando o scrivendo, dicon bene di Voi, non fanno che rendere giustizia al vostro merito, e corrispondono altresì alla cortesia, alla gentilezza, colla quale Voi scrivete e parlate degli altri. Fortunati coloro, le di cui opere sono a Voi, come a CENSORE REALE, confidate, per essere rivedute e approvate: Voi non vi contentate di sottoscriverne la rivista, e l’approvazione; ma buon conoscitore, e perfetto amico, arricchite di parole onorifiche il libro, e recate gloria all’Autore. Ma qual Autore di me più felice, qual più da Voi onorato, beneficato? Voi dite di avermi amato senza conoscermi; tutto il Mondo a Parigi mi ha di ciò assicurato, ed io ne ho ricevute le più tenere dimostranze. Quando posso venir da Voi, quando trovami in casa vostra, in mezzo all’amabile Vostra famiglia, fra i vostri libri Italiani, parmi di essere nella mia Patria, e permettetemi che lo dica, parmi di essere in casa mia. Voi mi trattate come un fratello; Madama Vostra Sposa2 mi colma di grazie, di gentilezze, di onori; il caro vostro Figliuolo mi consola colla sua bontà, m’innamora
- ↑ Di Tito Lucrezio Caro detta Natura delie cose Libri sei tradotti da Alessandro Marchetti, Londra (Parigi), 1761, n. 2.
- ↑ Dopo la prima edizione di questa lettera dedicatoria, Madama de Floncel è passata a miglior vita. Una tal perdila ha riempito di tristezza la sua Famiglia, e tutti gli amici suoi, ed io non posso a meno di non dare una pubblica testimonianza del dolor mio per la perdita di una sì degna persona, che meritava di vivere per l’esempio delle Mogli Saggie, delle tenere Madri, e delle donne Virtuose e prudenti [nota originale]. 1
- ↑ Questa nota fu aggiunta dall'Autore nell' anno 1766, allorquando ristampò la lettera e la commedia nel t. IX dell' ed. Pasquali di Venezia.