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LO SPIRITO DI CONTRADIZIONE 171
Io della bontà vostra, io son garante al mondo,

Ma in simile sconcerto mi perdo e mi confondo.
Una donna sì saggia, alle grand’opre avvezza,
Come mai può cadere in tanta debolezza?
Come mai una mente sì nobile e sovrana
Discendere ha potuto ad un’azion villana?
Ah, pur troppo egli è vero, tutti siamo in periglio.
Tutti bisogno abbiamo d’aiuto e di consiglio.
Cento ragion non bastano a autenticare un torto;
In voi un’ingiustizia non lodo, e non sopporto.
Tutte le ragion vostre difendere m’impegno,
Ma non difendo un atto del vostro cuore indegno.
Soffrite ch’io vi parli da cavalier qual sono,
O in balia degli insulti vi lascio, e vi abbandono.
Roberto. (A un simile discorso rimane ammutolita). (da sè)
Cammilla. (Non vi volea di meno per renderla avvilita).
Dorotea. (Fremo dentro me stessa).
Conte.   (Or convien raddolcirla;
Fra il dolce e fra l’amaro speranza ho di guarirla).
Perdonate, signora, se con soverchia ardenza
Vi ha parlato il mio labbro.
Dorotea.   Codesta è un’insolenza.
Conte. È ver, ma alle occasioni gli amici di buon core
Si lascian trasportare dal zelo e dall’amore.
Sull’onor mio vel giuro, parlai per vostro bene.
Dorotea. In presenza degli altri farmi arrossir conviene?
Fansi da solo a sola le correzion discrete.
Conte. È ver, chiedo perdono. Voi che udito mi avete
Parlar sì caldamente con lei degna di stima,
Non intendo per questo che il merito si opprima.
Questa è un’illustre donna, che ha sentimenti onesti.
Che di beneficare sol medita i pretesti.
Donna di mente eccelsa, di cuor schietto e sincero,
E se l’incolpa il mondo, il mondo è menzognero.
Solo per vostro bene con provido consiglio