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LO SPIRITO DI CONTRADIZIONE 119
Con uomini di garbo a noi parlar non tocca.

Femmine destinate al fuso ed alla rocca.
Gaudenzio. Sentite? (a Ferrante)
Ferrante.   Cara nuora, se io non vi stimassi,
Qual ragione obbligarmi potea ch’io vi chiamassi?
Ancor di queste nozze non è firmato il foglio,
E i vostri sentimenti pria di firmarlo io voglio.
Dorotea. No, signor, vi ringrazio. (s’alza)
Rinaldo.   Datemi un tal contento.
Dorotea. Bene, l’ascolterò per mio divertimento.
Ferrante. Via, Gaudenzio, leggete.
Gaudenzio.   Leggiamolo in buon ora.
Fabrizio. Quello ch’è fatto, è fatto. (a Roberto)
Roberto.   Ho dei timori ancora. (a Fabrizio)
Gaudenzio. Col presente chirografo, che per consentimento
Delle parti avrà forza di pubblico istrumento,
Che in faccia ai testimoni sarà corroborato
Di man di contraenti soscritto e confermato.
Promette l’illustrissimo signor Ferrante...
Dorotea.   Oh bello!
Proprio quell’illustrissimo vi è calzato a pennello.
Gaudenzio. Vuole la convenienza, che in occasion simili
Si onorino le case degli uomini civili.
Ferrante. Che vorreste voi dire con questa intemerata?
In casa di villani non siete maritata.
Dorotea. Perdoni vossustrissima. Mai più non parlerò. (a Ferrante)
Rinaldo. Dorotea, siete in collera?
Dorotea.   Illustrissimo no.
Gaudenzio. Quand’è così, signora, mi aspetto ad ogni articolo,
Che lo facciate apposta per mettermi in ridicolo.
Fabrizio. Fin qui, per dir il vero, mi par che abbia ragione
Di mettere in ridicolo codesta affettazione.
I titoli a che servono? che val la vanità?