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80 ATTO QUINTO
Aspetto verisimile l’evento in sè non tiene;

Non si perdonerebbe tal caso in sulle scene.
Temo a ragion che abbiate detto d’amar per gioco,
Ed or sol dell’impegno sia conseguenza il foco.
Marianna or non vi sente; sinceritade io bramo.
L’amate, o non l’amate?
Guden.   Sì, vi rispondo, io l’amo.
Strano sembra a me stesso, in così brievi giri,
Per lei mandar dal petto le fiamme ed i sospiri.
Non so che dir; lasciamo di simpatia i portenti,
Che son d’un vero amore difficili argomenti;
Lasciam della bellezza, della virtude il dono,
Adulazion sospetta, di cui nemico io sono;
E più d’ogni suo pregio, dote lasciam da parte,
Che arrossirei pensando di arricchir con tal arte.
Quel che di lei m’accese, vo’ giudicar più tosto
A compatirmi afflitto un animo disposto;
Piacer d’essere insieme d’amabile persona,
Trovarla in giovinezza, saggia, discreta e buona;
E più di tutto io credo trovare in lei dipinta
L’immagine vezzosa della mia bella estinta.
Presto si fa scherzando a compiacersi un poco,
Da una scintilla ancora presto si accende un foco.
Quando è sincero il cuore, quando la fiamma è onesta,
Fuor d’un legame eterno altro sperar non resta;
E se al desio rassembra non discordar chi s’ama,
Cresce la speme, e il cuore accelera la brama.
Gli ostacoli ancor essi forza aggiungono a forza,
E presto amor piacevole a sospirar ci sforza.
Ecco, signor, qual penso fatta la mia catena,
Soggetta ad una critica fors’anco in sulla scena.
Ma solo il verisimile poeta ha nel pensiero,
E pien di casi è il mondo, ed il mio caso è vero.
Bainer. Sempre più vi ravviso giovine saggio, in cui
Filosofia si vede, che sparsi ha i lumi sui.