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76 | ATTO QUARTO |
Pettizz. Vi prega a capo chino,
Che gli date licenza di bere un pò’ di vino.
Bainer. Beva, che bever possa l’ultima sua malora.
Vattene, e non tornare; non vo’ nessun per ora.
Pettizz. (Parte.)
Guden. Signor, voi v’irritate.
Bainer. Amico, l’irascibile
Frenar nei primi moti talor non è possibile;
Ma presto la ragione rischiara l’intelletto,
E passa dalla mente in un momento al petto.
Onde dell’ira ad onta, passion mia dominante,
Coll’uso di ragione mi calmo in un istante.
Ciò però non crediate costi poca fatica;
E duro il soggiogare una passion nemica.
Usai per lungo tempo a impormi da me stesso
Una sensibil pena in ogni caldo eccesso.
Talor mordeami un dito per punir l’impazienza;
Durandomi la collera, usava un’astinenza.
Alfine a poco a poco sono arrivato a segno,
Che mai più d’un minuto non dura in me lo sdegno.
Ma tornano i seccanti filosofastri insani;
Non vorrei mi obbligassero a mordermi le mani.
Andiam. Le mie intenzioni desio di farvi note;
Ma colà sospirando passeggia la nipote.
Due parole le dico, poi nello studio mio
Meco a parlar vi aspetto. Non vi affliggete. Addio.
(parte abbracciandolo un poco, con amicizia)
SCENA VIII.
Monsieur Guden.
Bainer mi compatisce, più non mi parla altero.
Chi sa? ma il lusingarmi cosa è fuor di ragione.