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IL MEDICO OLANDESE 67
Figliuole, lavorate, che le ore sono ladre.

Rubano il tempo a noi per darlo a chi succede;
E il tempo che han rubato, mai più non si rivede.
Volete risarcirvi del furto che vi fanno?
Servitevi di loro, e lor vi pagheranno. (parte)
Federica. A proposito anch’io vo’ raccontar la mia;
Come la so, la dico, bella o brutta che sia.
Un uomo grossolano, di quei del mondo antico,
Ch’era per sua natura del lavorar nemico,
Diceva da se stesso: i tempi sono tre;
Uno di questi tempi ha da bastar per me.
Il passato nol trovo, il presente nol curo,
A lavorar vi è tempo, aspetterò il futuro.
E tanto lo ha aspettato, che alfin per benemerito
Morì senza il futuro, e gli restò il preterito. (parte)
Marianna. Spiritosa davvero. E voi non dite nulla?
Giuseppina. La balia mi diceva, quand’era più fanciulla:
Han quelle che lavorano una camiscia sola;
Quelle che non lavorano, ne han due, la mia figliuola.
Parea che mi dicesse: dunque non lavorate;
Ma poi come il proverbio spiegavami, ascoltate.
Vi eran, dicea, due donne: una continuamente
A lavorar vedevasi, l’altra quasi niente.
Quella che due ne aveva, diceva, ho da mutarmi;
Non voglio lavorare, non voglio affaticarmi.
L’altra non avea tempo di farsene di più,
Lavorando per altri. E all’ultimo, che fu?
Quella che ha lavorato, provvista si ravvisa,
E l’altra poverina restò come Marfisa. (parte)

SCENA III.

Madama Marianna sola.

Novellette graziose, da rallegrare in vero

Chi altro non avesse per ora nel pensiero;
Oh che novella vaga potrei narrare anch’io,