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IL MEDICO OLANDESE 37
Ma se l’ipocondriaco pazzo vien dichiarato,

Tanto peggio; il mio male adunque è disperato.
Ah, se talor m’accende fiamma vorace e ria,
Saranno i miei deliri effetti di pazzia.
Di risanar, s’è questo, sperar più non mi giova,
Medico per i pazzi al mondo non si trova.
Dubito sia un effetto del senno mio smarrito,
L’essermi di Madama sì subito invaghito.
E lo sperar ch’io possa in lei destar passione,
Fammi temer del tutto smarrita la ragione.
No, non è ver; s’io avessi perduti i sentimenti,
Non tratterrei me stesso con simili argomenti.
Signor, l’ipocondriaco è un misero infelice,
Ma non è pazzo. Un pazzo sarà quel che lo dice.
(a monsieur Mann con isdegno)
Mann. (S’alza bel bello, piega bene il foglio che leggeva, lo mette in mano di monsieur Guden, poi torna a sedere.)
Guden. Che complimento è questo? Lo consegnate a me?

SCENA IV.

Pettizz col tè, e detti.

Pettizz. Ecco per chi ne vuole. Si servino1 del tè.

(tutti i quattro Olandesi lo prendono, e lo bevono senza parlare)
Ella, signor? (a monsieur Quden)
Guden.   Non so; lo prenderei, ma tremo,
D’ogni cosa pavento, ogni bevanda io temo.
Dicon che il tè rilasci lo stomaco. Non voglio;
Bevanlo gli altri; intanto leggerò questo foglio.
Curiosità mi sprona. Ah, temo di far peggio.
Fin la voce mi trema. Eh son follie, lo veggio. (legge piano)

  1. Così il testo.