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LA VEDOVA SPIRITOSA 379
Sigismondo.   Volete del tabacco?

(le offre tabacco)
Placida. Obbligata, l’ho preso.
Sigismondo.   Voleva dir, signora,
Farete in vedovanza lunghissima dimora?
Non crederei: voi siete nel fior di vostra età,
Non mancanvi nè beni, nè spirto, nè beltà;
Volano i giorni e gli anni; riflettere conviene,
Che ogni dì che si perde, si perde un dì di bene.
Quello che dice Ippocrate, considerar si deve,
Che lunga è cotal arte, e che la vita è breve.
E lo disse Petrarca, seguendo il greco autore:
Breve è la vita nostra, lunga è l’arte d’amore.
Dunque, se così dissero uomini di virtù...
Di che si discorreva? non mi ricordo più.
Placida. Voi principiaste a dirmi...
Sigismondo.   È vero, or mi sovviene:
Che a prender nuovo sposo pensare a voi conviene.
Placida. Signor, dal mio pensiero tal brama è ancor lontana;
Vorrei, prima di farlo, dar stato a mia germana.
Sigismondo. Tabacco... (vuole offerirle tabacco, poi si trattiene)
  Ah, mi sovviene che poco ne pigliate.
Dunque pria la germana di collocar bramate?
Placida. Parmi conveniente. È nubile di età,
Piena, non fo per dire, di ottime qualità.
Il merto non le manca di grazia e di bellezza;
Ma questo è forse il meno. Quello che in lei si apprezza
È la bontà di cuore, e l’ottimo costume.
Giovane che sa molto, ma tace e non presume.
Ancor non ebbe in seno alcun straniero affetto.
Lo sposo che le tocca, godrà un amor perfetto.
Non è sì poco rara al mondo l’innocenza.
Donna Luigia è tale...
Sigismondo.   Ma con vostra licenza,
Chi è donna Luigia?...