Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1912, XIV.djvu/384

376 ATTO SECONDO
Sarà quel che sarà? Quando è passato il dì,

Ti pentirai, meschino, e non dirai così.
Gente è nell’anticamera.
Paoluccio.   Vado a veder chi è.
Vedo che il matrimonio per or non fa per me.
(parte)

SCENA IV.

Donna Placida, poi Paoluccio che torna.

Placida. Ecco quel che succede, quando un padron non bada;

Tutto nella famiglia va per la peggior strada.
Deve aprir bene gli occhi chi in guardia ha gioventù;
E chi ha serventi in casa, ha un obbligo di più.
Paoluccio. Certo don Sigismondo brama venir da lei.
Placida. Venga pur, ch’è padrone.
Paoluccio.   Signora, io non vorrei
Parlando a Clementina....
Placida.   Non si disgusterà....

SCENA V.

Don Berto e detti.

Berto. Ma signora nipote, che è questa novità?

Sempre si han da vedere da voi nuove persone?
In casa mia, vi avverto, non vo’ conversazione.
Vi è una fanciulla, e poi.... e poi non istà bene....
E poi son io padrone.
Placida.   (Capisco donde viene), (da sè)
Signor, quel che poc’anzi a visitarmi è stato,
Fu, se non lo sapete, don Fausto il mio avvocato.
Berto. Fu l’avvocato dunque?
Placida.   Certo; e non può venire
Don Fausto alla cliente gli eventi a riferire?