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questa Commedia mia, che prima delle altre in quest’anno, sotto la mia direzione, in questa gran Città si produce, intendo non solamente all’altissima protezione di Lei raccomandarla, onde si disponga l’animo suo generoso a soffrirla, ma l’amore paterno inverso di questa povera mia figliuola mi sprona interessare il credito di una Principessa sì grande, sì dotta, ed in sì alto modo dal Pubblico rispettata, onde se la sorte non avrà di piacere, non abbia almeno la fatale disavventura di essere calpestata. La benignità clementissima con cui l’E. V. si è degnata di accogliermi nei primi giorni del mio arrivo in Roma, la parzialità generosa ond’ella favorisce le opere mie stampate, mi fa altresì coraggioso nel supplicarla umilmente a voler prediliger questa, onorata col di Lei nome in fronte; potendo io costantemente asserire che fra le tante altre mie difettose, parmi la meno indegna di una sì venerabile Protettrice. Non creda già l’E. V. che io per passione soltanto nell’animo mio alle altre sorelle la preferisca, ma solito essendo a giudicar i miei parti coll’opinione più universale del Pubblico, ho principiato ad amarla, dopo che dall’esito fortunato mi parve sufficientemente arricchita. Con questo sì buon augurio ho trasportato io la mia Vedova Spiritosa su queste Scene; ma chi sa se avrà ella in Roma la medesima sorte? So bene che in qualunque evento sarà sempre invidiabile la sua fortuna, uscendo alla luce sotto i gloriosi auspicj dell’E. V. il di cui Nome è sì noto al Mondo, che non vi ha bisogno di elogj per magnificar la grandezza di un sì alto fregio. Basta dir che Voi siete Principessa Romana, Figlia di quell’Orsini Pronipote della Santa Memoria di Benedetto XIII, di quel Domenico Orsini, che (sciolto da morte il nodo matrimoniale) veste la Sagra Porpora; e fa risplendere in alto grado le virtù eccelse, le virtù luminose. Passaste a felicitar colle Vostre Nozze l’Eccellentiss. Principe D. Antonio Boncompagni Ludovisi, Duca d’Arce, Figlio degnissimo di D. Gaetano, Principe di Piombino, Pronipote di due Gregorj XIII e XV; e bastano Nomi tali per una voluminosa Istoria. Ma chi volesse parlar di Voi, senza entrar punto a disaminare le glorie innumerabili dell’antichissimo Sangue Vostro