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IL CAVALIER DI SPIRITO 321
Flavio.   Quest’è l’amor, la fede?

Florida. Non merita costanza chi all’onor mio non crede.
Se voi per un capriccio formaste il foglio rio,
Fu per capriccio ancora formato il foglio mio.
Fingendovi difforme, godeste a tormentarmi,
Io fingermi incostante provai per vendicarmi;
E qual voi compariste illeso nel sembiante,
Tal son nel primo impegno saldissima e costante.
Credete o non credete quel che giurar m’impegno,
Non curo l’amor vostro, non curo il vostro sdegno.
Chi dubita, chi teme la mia parola incerta,
Di me fa poca stima, e l’amor mio non merta.
Flavio. Ecco di sposa amabile il docile talento!
Dell’onta ch’io soffersi, si vede il pentimento!
Invece di placarmi con umili parole,
Gareggia in pretensioni, inventa delle fole.
Florida. Per darvi un nuovo segno d’amor, di tenerezza1,
D’aver troppo creduto quest’alma mia si accusa,
E della debolezza a voi domando scusa.
Scordatevi, vi prego, il dispiacer passato,
Certo che vi ama ancora quella che ancor vi ha amato.
Flavio. No, che mai non mi amaste, no, che che all’amor non credo;
L’idea di un tradimento in voi comprendo, e vedo.
Saldo nel non curarvi mi mostrerei qual sono,
Se vi vedessi ai piedi a chiedermi perdono.
Florida. Dunque se amore invano vi offre una sposa amante,
Seguite a disprezzarmi furioso e delirante.
Flavio. Ecco il bel testimonio del più perfetto amore.
(mostra la lettera di donna Florida)
Florida. Ecco la carta indegna, che mi ha trafitto il core.
(mostra la lettera di don Flavio)
Flavio. Vanne stracciato al vento. (straccia la lettera)

  1. Manca, a questo punto, il secondo verso del distico. Gli editori dell’Ottocento riempirono la lacuna con tale aggiunta: E per farvi vedere quanto il mio cuor vi apprezza.